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La Pasqua: dalla Morte alla Rinascita

04/04/2021

La Pasqua, al di là del credo religioso, porta con sé un grande significato simbolico: quello della Rinascita.

Più di altre festività parla di Morte e poi Vita, e di quanto ci sia bisogno di una morte per poi poter tornare alla Vita in maniera diversa e sicuramente arricchiti di nuove caratteristiche e consapevolezza.

 

Le festività pasquali sembra affondino le loro radici in ritualità pagane che celebravano, ad esempio, il dio Attis, il quale era simbolo della ciclicità della natura. Essa, infatti vede la sua morte durante il periodo invernale e riprepara la sua terra a creare nuovi frutti in Primavera.

In tal senso, quindi, si parla di Rinascita, Risveglio e Rigogliosità.

Nello stesso periodo nel quale si festeggia la Pasqua, si è soliti, in Giappone, festeggiare l’Hanami, ovvero la festa della contemplazione della fioritura dei ciliegi, un evento che dura pochissimo tempo (circa 2 settimane all’anno) e che quindi, proprio per la fugacità e la rapidità con il quale si presenta, se lo si vuole ammirare nella sua piena essenza c’è necessita di rimandare qualsiasi impegno per dedicarsi a questo magico spettacolo, prima che i fiori appassiscano.

L’Hanami, esattamente come la Pasqua, ci mette in contatto con la fugacità della vita e con la consapevolezza che tutte le cose mutano; che dopo una Morte c’è una Rinascita.

Proprio qualche giorno fa leggevo come Yalom parlasse di un fondo da toccare, un momento buio, una “esperienza confine” (molti filosofi ne hanno parlato) utile poi a Risorgere e Cambiare e a Trasformarci. Questi momenti, queste fasi  ci permettono di passare dal vivere una vita su un piano prettamente materiale ad un piano, che Heidegger, avrebbe chiamato “ontologico”. Questo piano ci spinge a condurre un’esistenza più legata a ciò che ci accade, nel qui ed ora, godendone a pieno e rimandendone meravigliati e portando finalmente l’attenzione a ciò che è Essenziale.

 

Il dramma della Morte di Gesù e la sua Rinascita ci ricordano quindi che, dopo ogni esperienza limite può esserci una trasformazione e una nuova vita, così come il fiorire di un ciliegio, seppur nella sua fugacità ci ricorda che dopo un lungo inverno si può gioire della fioritura semplice di un albero e attendere poi i suoi frutti e che ciò avviene ogni anno, tanto per ricordarci che l’alternarsi di buio e luce, giorno e notte, Morte e Rinascita, si ripete in maniera incessante nel tempo. Ed ecco quindi la celebrazione dell’unione degli opposti, tanto cara a Carl Gustav Jung, che crede che il fine ultimo della nostra esistenza sia proprio quello di portare alla luce tutta la nostra complessità ed Individuarci, ovvero celebrare l’unione delle antitesi dentro di noi, rendendoci, finalmente Inseparabili con i nostri punti di forza e i nostri punti deboli, così da avere più coraggio e fiducia in noi stessi, in quanto consapevoli di quello che siamo.

 

Ormai da più di un anno tutti noi siamo chiamati a vivere un’esperienza limite, un punto di chiusura estremo, tanta paura e difficoltà perché molti punti fermi della nostra esistenza, con il Covid, sono andati persi e tanti altri stanno facendo fatica ad emergere. Probabilmente è un momento che ci vede perdere tanto, sia simbolicamente che fisicamente. Ci si sta richiedendo di lasciare che la Paura e la Morte entrino ancora nelle nostre Vite per poi poterci Trasformare e rendere la nostra Vita sicuramente Cambiata e più Ricca.

Auguro quindi ad ognuno ed ognuna di Voi di poter finalmente Rinascere, di riprendere nell’immagine della Pasqua quella speranza che qualcosa di nuovo possa arrivare e che anche il vostro Ciliegio possa fiorire.

 

Tanti Cari Auguri e Buona Rinascita

Dott.ssa Rita Petrolini