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I Confini e i NO

11/05/2021

Non scendo più a compromessi tanto facilmente;

addio ai tacchi alti,

alle diete e alla pazienza con gli idioti;

e ho imparato a dire NO a ciò che non mi piace

senza sentirmi in colpa

(I. Allende, Donne dell’Anima Mia, p.87)

 

 

«Dottoressa non so dire no!»

«Dottoressa non riesco a fare ciò che mi piace, e sento che devo accontentare gli altri!»

«Dottoressa, ultimamente, quando faccio le cose, mi sento sempre stanco/a, affaticato/a, non so, quasi non ho più voglia di fare nulla!»

«Quando faccio qualcosa per me il dolore mi assale, la colpa mi assale, sento come se gli altri non mi volessero più».

 

Queste frasi sono solo degli esempi di quanto sia difficile potersi permettere un no, di quanto questo no generi ansia, frustrazione e colpa in chi lo dice, soprattutto se è una persona abituata sempre ad accontentare l’altro ed a mettersi in secondo piano. Anche tu ti sarai trovato, qualche volta, a dire qualcosa di simile oppure sei qui perché sei curioso di capire cosa succede a chi lo fa.

 

In Psicoterapia della Gestalt si parla di confine o confine-contatto, ovvero il punto nel quale avviene l’esperienza e che delimita una persona dalle altre, che la differenzia e la rende altro dall’ambiente circostante. «La pelle è un esempio concreto e al tempo stesso una metafora» (Ginger e Ginger, p. 137) in quanto da una parte protegge e delimita e dall’altra permette anche lo scambio con l’organismo esterno.

 

Vi starete chiedendo come mai vi parlo del concetto di confine-contatto, la risposta è semplice: molto spesso, quando ci sentiamo invasi, impossibilitati, sopraffatti dall’esterno e non riusciamo a dire no, è perché non stiamo rispettando i nostri confini e di conseguenza i nostri bisogni, non ci stiamo ascoltando e non stiamo dando il giusto valore a noi stessi.

Il bisogno è un’altra parola cara alla Psicoterapia della Gestalt, la quale lo preferisce alla parola desiderio. I bisogni possono essere di vari tipi, da quelli organici, a quelli psicologici, sociali e spirituali e non sempre vengono chiaramente percepiti o espressi, ed è qui che molto spesso il contatto viene a perdersi in quanto non si ha ben chiaro cosa si vuole e quindi non ci si orienta nell’ambiente per poterli soddisfare. Ed ecco che arriva la complessità quindi di ciò che ci accade. Molto spesso quando ci troviamo a soddisfare il bisogno dell’altro e a non sentire i nostri c’è sicuramente celato qualcosa: a volte si ha paura di non piacere; di non essere abbastanza; di perdere quello che si è conquistato o sembrare troppo egoisti. Magari c’è il bisogno e la necessità di non rimanere soli e essere sostenuti e supportati. Questi sono solo degli esempi ma, son certa, saprete fornirmene altri che possono essere esplicativi di tale concetto. Quando non riusciamo a far emergere i nostri bisogni reali e non li riconosciamo, è lì che iniziamo a confonderci, a non riconoscere dove finisce il nostro spazio e inizia quello dell’altro.

 

Ci sono, invece, dei momenti della vita (ad esempio durante l’amplesso sessuale) dove questi confini vengono totalmente annientati e lì è più che sano, purché si abbia come obiettivo finale quello di tornare ad essere due entità distinte e separate.

 

Esiste quindi un confine sano, un confine che permette di interagire con l’ambiente, che non si chiude all’esperienza, ma che permette di far restare la persona integra e capace di differenziarsi dall’altro e che permette di dire quel tanto agognato NO senza sentirsi né colpevoli né eccessivamente egoisti.


Non vi assicuro con questo che non perderete delle cose o delle persone, ma che sarete molto più in grado di lasciar andare e godere di ciò che soddisfa i vostri bisogni.



 Vi lascio con questa immagine di un'Ortensia, fiore che ho  scoperto essere simbolo di protezione dalle negatività esterne nonché aiuto per chi vuole fare un percorso di crescita personale e imparare a stabilire dei confini salutari e stabili, così da non farsi carico di pesi e sofferenze altrui.


Se volete scrivermi o chiamarmi trovate tutti i miei contatti nel sito oppure potete scrivere dall'apposita pagina Contatti e vi risponderò il prima possibile.




BIBLIOGRAFIA

Allende I., Donne dell'Anima Mia, Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2020

Ginger S., Ginger A., La Gestalt. Terapia del Con-Tatto Emotivo, Roma, Edizioni Mediterranee, 20042 

Perls F., Hefferline R. F., Goodman P., Teoria e pratica della terapia della Gestalt. Vitalità e accrescimento nella personalità umana, Roma, Astrolabio, 1997